Cari amici vi ringrazio. Per la serata di Vicolo Bolognetti.
Cari amici vi ringrazio. Non è stata l' evento che avevamo ipotizzato, ma si è trasformato in qualcos'altro di ben più grande, importante, profondo, umano, vero.
Cari amici vi ringrazio. Con i nostri discorsi, le nostre parole, i nostri sguardi d'intesa e i nostri ricordi vecchi di secoli o freschi di mesi sono tornata alla bellezza della vita a quarant'anni, al conoscere se stessi a fondo, alle domande che hanno trovato finalmente le risposte e son risposte semplici, erano lì alla nostra portata ma prima eravamo ancora troppo piccoli per vederle.
Cari amici vi ringrazio. Scrivere un libro è stato facile, il difficile è il dopo, l'ossessione di vendere, per soldi è vero, ma soprattutto per la certezza di aver scritto qualcosa che piace a tanti, piace a molti, per l'idea di poter essere solo ed unicamente scrittrice, che è difficile, sapete, immaginare di produrre altro, fra un lavoro statale, una famiglia, e un libro col pannolino da far crescere.
E se negli ultimi tempi me n'ero dimenticata, è grazie a voi che son tornata a terra, scendendo dalle nuvole della fama, dai sogni della gloria, dalle illusioni del plauso.......andrà il romanzo o non andrà, me ne frega davvero dopo avervi osservato l'altra sera con gli occhi lucidi, i vostri, i miei, e le nostre calde parole che sapevano di tribù, di cerchio, di uomini primitivi che trovano forza nel gruppo davanti ad un fuoco che terrà lontano le belve? Come alzarsi da quei tavolini, fra candele e copie del romanzo e come andarsene da quei discorsi che coccolavano l'anima se è stato tanto semplice sentirsi in comunione e capire che questo è quello che conta; non ci saranno fama, gloria, onore che potranno riempire altrettanto, l'ambizione è l'ansia della solitudine, la condivisione l'appagamento più consono alla natura umana.
Per cui grazie per avermi riportato a questo, pubblicare il libro è stato bello, ma non può rovinarmi l'esistenza e servono serate come questa per riportarmi a quel valore di pace interiore che nessuna vendita potrà inficiare, nessuna intervista potrà scalfire, nessuna prefazione potrà illustrare. E a quegli amici che avevano caldo, che erano in barca la settimana prima ed erano quindi troppo stanchi, a quelli che in centro senza l'auto non potevano venire, perchè l'autobus no, non mi chiedere di venire in autobus, a quegli amici che mi han chiesto notizie del libro ma erano troppo poco amici per venire a vederne la presentazione, a quegli amici semplicemente dico vaffanculo, non rompetemi con le vostre scusette che san di misera ipocrisia, non state a giustificarvi come avete fatto con messaggi che m'hanno solo infastidito. O ci sei o non ci sei in un rapporto, non ci sono mezze misure, amicizia è dovere, è impegno, non si limita alla cena al ristorante, quattro cazzate e due risate di vino. L'amicizia è Viviana che sudata mi aiuta a sistemare i tavoli del vicolo e recita per me, con la maschera nel sangue e la passione nel cuore, pagine del mio testo. Amicizia è Stefania, sconvolta, distrutta che arriva da fuori Bologna ma vuole esserci lo stesso; amicizia è Octavia, famosa, onirica, superba pittrice, che pure tiene un buco nella sua fitta agenda di impegni per non mancare alla mia serata. Amicizia è Stefano che da Ferrara alza la testa dalle tavole di un importante progetto e non lo conclude ma viene ad aiutarmi per la vendita del libro. Amicizia sono Donatella e Stefano che sistemano i tre figlioletti di qua e di là pur di stringermi nell'abbraccio. Amicizia è Lilli che sotto il sole, alle quattro, attende mia figlia all'uscita dal parco per tenermela, rinunciando alla serata. Amicizia son Massimo ed Antonio, schivi, riservati, grandi ascoltatori che s'imbarcano per il centro, probabilmente a piedi, per raggiungermi. Amicizia è Francesco, che viene dopo aver spaccato legna tutto il giorno per l'inverno di una dispotica ex moglie che non ci va a letto ma lo usa come uno schiavo: si appisola quasi e mi fa tenerezza se nonostante quella stanchezza è lì, e resiste fino in fondo.
Questo è il senso, e non raccontiamoci menate, non arrampichiamoci sugli specchi, non tentiamo di camuffare le cose. Non ci sono vie di mezzo, non possono esserci per non annacquare i valori e i sentimenti veri, non chiedetemi comprensione perchè a furia di capire qua tutto si perde per strada ed io non voglio.
Cari amici vi ringrazio perchè anche a questo è servito Vicolo Bolognetti e vi ringrazio col cuore e con rare lacrime agli occhi per l'infinito onore che ho provato, che non è quello del libro ma quello dell'anima che sa di non essere sola, che sa di poter contare non per una sconosciuta folla acclamante autografi, ma per un sparuto gruppo di gatti spennacchiati che al chiar di luna si sono voluti bene, lunedì scorso.
perle d'ottone
16 anni fa